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'Io stesso sono un anarchico ma di un tipo diverso'

Mahatma Gandhi

martedì 15 febbraio 2011

Wilde e l'educazione

'Avere avuto una buona educazione, oggi, è un grande svantaggio. Ti esclude da tante cose.'' (O. Wilde)

Oscar_Wilde

Non è più tempo di esteti o dandy o gentiluomini o semplici persone beneducate.

Un invadente influsso negativo legato alla massificazione, alla liberazione da norme costrittive da qualsiasi impegno personale, all'inurbamento, all'arricchimento truffaldino legato alla politica, al mito del livellamento democratico inteso precipuamente come assenza di fair-play, inducono la generalità dell'opinione pubblica, anche quella più avvertita ed istruita, ad acconsentire che tutto sia dovuto a tutti, per il semplice fatto di essere membri di una società evoluta.

Non essendo riconosciute differenze o individualità in grado di interloquire sulle scelte da compiere e le decisioni da assumere in qualsiasi campo dell'umano sentire, si va verso un soggetto collettivo, la nevrosi ed il nulla.

Alcuni giovinetti si lamentavano, in uno dei tanti spettacolini che la televisione ci ammannisce per il nostro piacere di minus habens, del fatto che non erano potuti entrare in una discoteca di Rimini, solo perché non avevano un abbigliamento consono all'etichetta del locale, secondo i criteri predefiniti dalsuo gestore.

L'obbligo di dover indossare una camicia al posto della maglietta, o un paio di pantaloni anziché i blue- jeans, veniva reputato un insulto ed un affronto al principio di eguaglianza, mentre conclamavano che il loro inalienabile diritto discendeva direttamente dal poter acquistare il biglietto d'ingresso come tutti gli altri, ben vestiti oppure no.

Ecco il punto.

Il denaro ormai nell'immaginario collettivo, anche giovanile, pare sia divenuto il solo principio selettivo: hai i soldi e puoi vantare pretese e facoltà; non li hai ed è giusto inibirti iniziative ede attività, parebbe essere il significato di quest'imperativo moderno e progressista.

Nessuno ha insegnato a questi ragazzi che la correttezza e la legalità, il rispetto delle regole date e condivise per generazioni è cosa diversa dall'esser ricchi o poveri, abbienti o indigenti, e che valori non monetizzabili sono il buon gusto e l'educazione e la libertà di autodeterminarsi.

Chi dice loro a scuola, in famiglia, per la strada, sui giornali ed i media in genere, che ogni uomo va considerato in quanto tale e non come appartenente al branco, mentre la società non è una gelatina, ma la somma di soggetti dotati di una propria personalità, con cui vale la pena di confrontarsi giorno e per giorno, per progredire sulla via della civile convivenza, della responsabilità individuale e della consapevolezza di sé ?

Come aveva genialmente intuito il grande Wilde, che ce ne facciamo della buona educazione se quel che prevale oggi è la collettivizzazione e l'omologazione, in un mondo sempre più privo d'identità e sottoposto al rischio della barbarie?

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