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'Io stesso sono un anarchico ma di un tipo diverso'

Mahatma Gandhi

venerdì 19 ottobre 2012

Il pdl? Una massa informe

Guardando il pdl, abbiamo di fronte una massa informe e purtroppo allo sbando...e, secondo me, per nulla destinata a vincere. 
Il berlusconismo, tradito dallo stesso leader un tempo carismatico, lascia una triste eredità ed una infinita serie d' imprese nefaste consumate da un branco di furbetti a livello nazionale e locale, privo di cultura di governo e dedito al proprio personale tornaconto. 
Uno spettacolo degradante, che ora lascia il campo a personaggi poco credibili come la Santanchè, la quale vorrebbe rottamare tutti per occupare la scena ( con quali meriti non si sa). L'ineffabile Santanchè pensa che gli elettori moderati (o no) abbiano la memoria corta? 

Persevera nel ruolo di pasionaria berlusconiana, di rottamatrice del centro-destra, dopo che per anni ha perseguito le sue personalissime ambizioni di arrampicatrice, dando vita ad equivoche esibizioni e volgarissime polemiche, con un pedigree  punteggiato di sostegni pubblicitari e frequentazioni poco affidabili, nel nome della più furbesca ideologia: ''levati tu che mi ci metto io''. 

Che contributo possa dare alla rifondazione dell'area liberal-popolare Dio solo lo sa. E' certo che il suo sgangherato appeal può portare più danni che benefici ad una seria opera di ricostruzione della politica dell'ex pdl.

Il ruolo che meglio le si attaglia è quello di teenager un po' attempata e di interlocutrice permalosa del 'mitico' Zucchero, nelle esibizioni canore condite d'insulti contro i neo-ricchi della dorata Costa Smeralda.
Se l'Alfano non corre subito ai ripari e vince il proprio complesso d'inferiorità rispetto al padre- padrone, contrapponendosi alla sinistra e ai giochetti interni di potere, che prilegiano solo chi vuole conservare le poltrone anche con la 'nuova' legge elettorale sarà difficile evitare la débacle.
Torni il delfino alle indicazioni dei referendum Segni e dia un segnale vero di riscossa, all'insegna di quella rivoluzione liberal-popolare tradita nei fatti e sia la voce della protesta dei ceti medio-piccoli e deboli contro uno stato partitocratico, che giorno per giorno ci porta verso la schiavitù più estrema

mercoledì 29 agosto 2012

Quando comincia l'estate?

Quando comincia l'estate? 
Difficile dirlo. 

Per chi come noi rifugge dalla massificazione, ama la natura e la bellezza, gli spazi ampi e non affollati, l'otium e la meditazione, il nuoto libero da impacci di qualsivoglia specie, compresi quindi i bagnanti della domenica o quelli con muta e palloncino, la vera estate comincia adesso, tempo permettendo, a settembre, mese magico come maggio e giugno e ottobre.

Quindi non si meravigli nessuno se dico che comincerò ad andare al mare fra un paio di giorni, quando la grande canea torrida e volgare sarà finalmente terminata.

Porterò sugli scogli un bel libro e m'immergerò quieto nelle acque limpide, lontano da ombrelli e sedie a sdraio, bottigliette di plastica e canotte alla moda, wind surf ed acqua scooter, lontano soprattutto dai coatti delle vacanze, ennesima espressione di quella che Cattabiani chiamava la volgocrazia.

giovedì 5 aprile 2012

Reazionario ed eversivo ?


Caro Prof Cardini, 

in un recente editoriale, assai interessante ed articolato, nel quale Ella analizza la funzione dello storico e la interpretazione della storia, secondo coordinate filosofiche e religiose, dandoci una magistrale lezione civile, pone il finale quesito se sia possibile, sul piano intellettuale ed operativo, essere, al tempo stesso reazionari ed eversivi, ed anche nihilisti e provvidenzialisti insieme, sfidando in questa singolare tenzone chiunque voglia contraddirla od argomentare in senso contrario al suo.

Il principale protagonista di questa, apparente o no, ma  singolare posizione è naturalmente Lei, un maestro di dialettica, un uomo di vastissima e profonda cultura, il quale da tempo ormai ha il pervicace interesse a comporre tra loro tesi contrastanti o antitetiche in una visione del mondo definibile, se mi consente, semplicemente ossimorica.

Mi guardo bene dall’avversare la sua tesi, essendo abituato alle sue fruttifere speculazioni, cambi di campo di battaglia, opinioni anticonformiste, tese ad abbattere gli idola contemporanei, a distruggere i più insulsi  luoghi comuni, a difendere le retrovie del sapere senza aggettivi, libere dalle malefiche ideologie novecentesche, per lanciarsi in ammirevoli attacchi donchisciotteschi contro i vincitori di eri e di oggi, nel segno di ideali verdeggianti di giustizia,   senso del sacro e solidarietà umana, riscatto dei poveri e dei deboli.

Mi ha peraltro, allo stesso tempo, indignato ed attratto la Sua interlocuzione nel recente incontro tra il Papa e  Fidel Castro, il quale, forse afflitto da potenti sensi di colpa dopo il fallimento del proprio disegno politico, chiede consigli a Benedetto XVI sui libri da leggere, durante il percorso che gli resta ancora da compiere fino all’aldilà, e la Sua più che benevola interpretazione, in termini di parabola evangelica, del celebre libro di uno scrittore laico come Hemingway, a lungo frequentatore appassionato di Cuba e dei cubani, intitolato ''Il vecchio ed il mare'', apologo dell’invincibilità di alcuni uomini, dotati di forza e di carattere, da ritenersi comunque vincitori nonostante le sconfitte, grazie al loro invitto impegno e la indefettibile coerenza con le proprie idee, nel corso della loro esistenza.

In linea di principio come non concordare?

Nelle vicende umane, magari familiari, alla luce della storia, o di personali ricordi, ci è dato constatare che uomini di carattere, dalla personalità esemplare, nonostante debolezze, difetti, vizi ed errori, sono ascesi comunque nell’olimpo dei valorosi, pur essendo sconosciuti ai più, magari gente di umile origine, come il pescatore immortalato dal grande Ernst. 

Ma sul piano politico, siamo proprio sicuri che l’equazione abbia la stessa valenza, lo stesso significato?

Mi consenta di dubitare fortemente dell’assioma (avvincente ma fasullo) che cristianesimo e marxismo (nelle sue varie salse) possano equivalersi e risultare alla fine due facce della stessa medaglia contro il comune nemico liberal liberista ed individualista.

E’ una tesi che non da oggi nelle sue polemiche antiamericane non mi ha mai convinto del tutto.

Io ho sempre pensato con umiltà che il cristianesimo, a coronamento della civiltà greco-romana, fosse l’apoteosi della persona umana, considerata nella sua individualità, e che le battaglie della chiesa  contro lo strapotere dello stato anteponessero proprio il singolo alla forza spesso ingiustificata del potere. 

Non ho mai creduto che libertà individuale e bene comune fossero confliggenti ed ho reputato lo spirito giacobino, figlio del terrore rivoluzionario, il padre delle violenze sanguinose, che hanno imbrattato di vergogna e contraddistinto le malvagie ideologie del secolo scorso, considerando i cittadini solo dei numeri di fronte alla idolatrica supremazia della nomenklatura o della politica.

Ci sono affinità e parentele innegabili tra cristianesimo e liberalismo, di cui Ella non pare voler assolutamente tener conto: letteratura scientifica, teorie economiche, saggi di filosofi e studi di teologi indirizzano verso un giudizio diverso dal Suo,  troppo consenziente verso le posizioni cosiddette post-comuniste, autoassolventesi da tutti gli orrori del passato, nel segno della supposte idealità  contenute nella pura dottrina.

Perché ammantare di nobiltà presunte (e tutte da verificare) le azioni politiche delittuose, ignare della supremazia dell’uomo, del singolo componente della comunità, dell’individuo, del cittadino, di ciascun membro della società civile, deliberatamente sottoposto al volere e agli abusi del Leviatano? 

In nome di tragiche utopie, di fanatismi dissennati, non è stato annientato il senso del sacro e con esso il rispetto per le persone, ridotte ad insetti e calpestate nella loro dignità, soppresse della vita stessa?

Caro Prof, mi chiedo se non sarebbe il caso di riflettere più a fondo su questi temi cruciali, prima di distribuire generosamente patenti di valore a quanti sono stati irriducibili nemici della libertà individuale e collettiva?

Essere reazionari ed eversivi o nihilisti e provvidenzialisti, probabilmente, è un falso dilemma di fronte alla complessità dell' universo e ai valori a cui riferirsi nel proprio cammino umano.Ma il problema della tirannia sotto i vari regimi totalitari, nelle false democrazie, nella dittatura della maggioranza o del pensiero unico, rimarrà  fondamentale nelle scelte di ognuno di noi.

Scriveva saggiamente E. Junger e le sue parole suonano profetiche e restano pietre miliari all'esclusivo servizio della verità:
” Ecco perché i tiranni hanno paura. Possono ridurre all'obbedienza milioni di uomini, ma non quell'uno che in sé ha ridotto in schiavitù la morte. Egli ristabilisce la dignità dell'uomo.”

mercoledì 4 aprile 2012

Piero Buscaroli 'monstrum'


Leggere Piero Buscaroli nel suo ultimo libro ‘’Dalla parte dei vinti’’ (Mondadori ed., 2010, 27 euro) è come addentrarsi in un’enciclopedia vivente.
Intanto si comincia in punta di piedi a centellinare parola per parola, per poi inoltrarsi nella narrazione con timore reverenziale per l’approccio a temi e concetti profondi, dal risvolto classico: una prosa avvincente, ineffabile, profetica, aurea.
Ha la compostezza, la ricchezza di linguaggio, la cura e la raffinatezza di un signore rinascimentale, che apprezza e condivide tutti i campi del sapere, nel rappresentare luoghi di conoscenza frequentati con inimitabile sprezzatura ed acutezza d’intelletto, il frutto succulento di studi, educazione, dimestichezza con il bello acquisita fin dall’infanzia.
La scrittura togata ed affascinante, al tempo stesso, ne fa uno degli ultimi valenti, poliedrici, poligrafi del novecento.
Le frasi s’incastonano nei capitelli della storia come fregi di rara eleganza e scandiscono il distacco dalle generazioni successive, irrimediabilmente precipitate nella banalità della massificazione.
Cacciari, filosofo e suo parente, uno dei più vivaci intellettuali non conformisti del nostro tempo, segna la distanza tra due epoche: a seguire le descrizioni dell’austero autore del cennato libro, interprete e commentatore degli anni della seconda guerra mondiale e di quella fratricida del nostro paese, protagonista lucido e critico implacabile dei turbolenti eventi post-bellici e della decadenza dell’Europa, il barbuto ex sindaco di Venezia, pur con la sua passione per la geo-politica, fa la figura di un alunno indisciplinato e poco diligente, un po’ superficiale e monello.
Guai ad azzardare paragoni con chicchessia.
Nessuno può eguagliare Buscaroli per erudizione e vastità di esperienze, scienza e saggezza impervia, onestà e la chiarezza di idee ed l’ intrepido caratteraccio: egli non si discute, è semplicemente un monstrum, a cui inchinarsi con deferenza ed ammirazione e rispettoso ossequio.

martedì 27 marzo 2012

Orazio cantore della dignità umana

Quinto Orazio Flacco è ancora il nostro maestro: sappiamo che questo grande autore classico mise in prima linea la libertà dell’uomo.la sua celebre frase carpe diem racchiude una profonda saggezza: carpere significa esercitare un elegante gusto per il piacere non esclusivamente materale e diem indica tutta la limitatezza della natura della persona, la sua fragilità nella temporalità del vivere, nella precarietà dell’esistenza.

Sfidare il fuggire del tempo ed avere il coraggio della morte, conquistando l’intensità ed il valore dell’attimo che scorre.

Dum loquimur, fugerit invida aetas…

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martedì 20 marzo 2012

Benigni e l' anniversario dell'Unità d'Italia

E' stato un bel colpo di teatro quello del Quirinale, adatto ai tempi che viviamo.

Se non altro Benigni incarna il cambiamento ideologico della piazza per così dire nazional- popolare, quella che, imbevuta di cultura post marxista e gramsciana, ha scoperto a modo suo la patria.

Un revirement considerato impossibile fino a pochi anni orsono e realizzabile solo grazie all'elezione di un comunista doc come Napolitano.

Non so se ci si debba rallegrare o sghignazzare alla vista di un comico,il quale  dopo aver recitato Dante davanti a milioni di telespettatori, ignorando la natura profondamente reazionaria ed imperialista del Poeta, ha voluto celebrare il Pantheon del nostro risorgimento, espungendolo da richiami monarchici e cavouriani.

Limitiamoci a guardare lo spettacolo,considerandolo come un passo obbligato per incorniciare il minimalismo politico ed etico del regime partitocratico, durante il quale sono andati ad ingrossare l'esercito dei politicanti- comici quasi tutti i rappresentanti del popolo, saldamente incollati alle loro poltrone dal dopoguerra ad oggi.