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'Io stesso sono un anarchico ma di un tipo diverso'

Mahatma Gandhi

mercoledì 30 luglio 2008

Mondo Fluttuante






Vivere momento per momento, volgersi interamente alla luna, alla neve, ai fiori di ciliegio e alle foglie rosse degli aceri, cantare canzoni, bere sake, consolarsi dimenticando la realtà, non preoccuparsi della miseria che ci sta di fronte, non farsi scoraggiare, essere come una zucca vuota che galleggia sulla corrente dell’acqua: questo, io chiamo ukiyo


Scriveva nel 1662 Asai Ryoi i nei suoi "Racconti del mondo fluttuante" (Ukiyo monogatari).


A Milano nel 2004, in una mostra a Palazzo Reale venne ricordato lo scrittore e l'epoca di transizione, che lui viveva nel segno dell'impermanenza.
Concetto valido anche in Occidente.
Ne parlò Marc'Aurelio nei suoi Ricordi. E fu un tema della scuola stoica.

Questi versi di Asai Ryoi si adattano al clima di questi anni e la loro lettura è rasserenante per gli animi inquieti.





lunedì 28 luglio 2008

Giovannino




Riprendo un commento e cito da http://epistolae.mobitype.com/


Da ' Vita con Gio' ' di Giovannino Guareschi, pagg. 85-86:


"È puro umorismo dire che, siccome il problema dell' educazione dei giovani interessa la collettività, bisogna risolverlo collettivamente potenziando e finanziando i gruppi di giovani e lasciando a questi gruppi l' educazione dei ragazzi, mentre i genitori riuniti a loro volta in gruppi discutono sul modo migliore di educare i figli attraverso i gruppi. 'Onora il padre e la madre'. Per me il problema dell' educazione dei giovani è tutto lì: impostato e risolto [...] I primi a onorare il padre e la madre debbono essere il padre e la madre. Così come i primi a rispettare i vecchi debbono essere i vecchi. La vegliarda che si addobba, si pittura e scodinzola come una giovanetta e il vecchio bacucco che bamboleggia come un ragazzino mancano di rispetto alla vecchiaia e non possono poi pretendere che i giovani li rispettino. Il padre e la madre devono rendersi onorevoli, comportandosi, cioè, in modo tale d' aver diritto alla stima e al rispetto dei figli. E, per ottenere questo, bisogna innanzitutto comportarsi nel modo opposto a quello consigliato dal sociologo: non rinunciare alle responsabilità e alla coscienza personali creando delle fasulle responsabilità e coscienza collettive. E comportarsi da genitori perchè i figli non vogliono un padre-amico ma un padre-padre e una madre-madre. Ma è troppo faticoso e difficile insegnare ai figli l' onestà comportandosi onestamente. È più facile scrivere ai giornali e alla televisione scaricando l' onere dell' educazione dei figli sulla collettività, sullo Stato e sulle organizzazioni varie. Non esiste un problema dei figli, ma il problema dei genitori."




Una citazione che mi fa ricordare un tempo lontano.
Il 22 luglio del 1968.Il giorno in cui Guareschi mancò, se ne accorsero per caso.
Lui era inginocchiato alla sponda del letto, come se pregasse.


Forse pregava veramente, prima di declinare il capo per sempre, ad insaputa di tutti.Lui che non credeva nelle vitamine, ma aveva una fede incrollabile in Dio, in un attimo se andò, svolazzando le ali come uno dei suoi angeli disegnati in punta di matita.


Lasciava attonite alcune generazioni di lettori che, per miracolo, da dieci che erano, al tempo della nascita del fogliaccio, denominato "Candido", si moltiplicavano incessantemente, nonostante l'evoluzione del costumi.


Certo, erano pur sempre una minoranza, attenta alle gesta di Don Camillo alle prese con i figli della contestazione e convinta che Giovannino l'avrebbe spuntata con i suoi articoli e pamplets perfino con Pasolini.


Un film , "La rabbia", segnava l'ingresso del "baffo" nella contesa con i cinematografari impegnati nella lotta contro la tradizione.


La mia infanzia intellettuale rammentava la fine del settimanale decretata dal commendator Rizzoli, a causa degl'infortuni giornalistici di un galantuomo-scrittore, gli anni di volontaria galera, e le ulteriori vicissitudini legate all'avvento del progressismo catto-comunista (con cui gli editori dovevano fare i conti).


Guareschi non si fermò. Dopo il "suo" settimanale continuò a scrivere su un altro periodico, che lo accolse fraternamente, permettendogli di vivere un'altra stagione di libertà fino alla morte.


"Il borghese" di Tedeschi gli assicurò, fino alla fine, il massimo spazio di espressione, consentendo ai suoi "aficionados" di leggerlo ancora con gli ultimi libri, che parevano scritti per onorare più i suoi impegni di gentiluomo con il pubblico, che per sopravvivere in un'atmosfera ormai irrespirabile.


La sua perdita repentina ad un'età ancora tutto sommato giovane era un segno della sua stanchezza, di fronte al cumulo di macerie creato dal cosiddetto progresso.

Dopo la scomparsa, autorevoli e ormai dimenticati commentatori si arrischiarono nell'impresa di dimostrare che i suoi volumi, tradotti anche in cinese, non valevano nulla: poco più che carta straccia prodotta da uno stravagante personaggio della bassa padana, che aveva avuto "fortuna" nel raccontare favole per adulti, ma di cui si sarebbe persa la traccia nel giro di qualche anno.
Avevano la puzza sotto il naso i maestri del giornalismo nostrano, fatte salve le poche eccezioni, che preferirono far finta di nulla, di fronte alla canea insofferente dell'intellighenzia italica.
Vittorio Gorresio chi lo ha in mente oggi?
Eppure era un "columnist" della "Stampa", il giornale del capitalismo aperto al nuovo ed ai finanziamenti statali per la Fiat, che tuonava contro la produzione "pseudo-letteraria" di Giovannino, ritenendolo indegno di qualsiasi citazione colta.
E poi tanti altri più o meno noti, da Jemolo ad Eco, etc.etc.etc.
Ma, nel centenario della nascita, che si celebra quest'anno, il nostro autore ancora si fa apprezzare, al di là delle mode e dei gusti letterari, mentre gli altri, i denigratori, non si sa bene, al presente, che cosa possano rappresentare, se non un'epoca in disfacimento, che annega nel mare del nulla.
Lui è stato un testimone del suo tempo, con i piedi ben piantati per terra, a difendere il suo piccolo grande, mondo, esempio magnifico della nostra civiltà contadina.Il suo umorismo e la sua fede incrollabile nei princìpi "eterni" sono un fiore all'occhiello della letteratura del novecento.Giovannino resta un "ingenuo" nel senso latino del termine.


Forse l'ultimo "ingenuus"dei nostri scrittori.

domenica 27 luglio 2008

L'Inno Nazionale


Con il suo gestaccio rivolto contro l'inno nazionale, Bossi non ha fatto gl'interessi della lega e come Ministro avrebbe dovuto tacere sull'argomento.


Sul piano musicale non si può dargli torto.


Nonostante l'ultimo restyling di Muti, l'inno è accettabile solo come simbolo.
Mi viene da ridere, però, pensando a quanto, qualche anno fa, scrisse Piero Buscaroli, scrittore e musicologo, polemista di razza ed eminente erudito, quando, riferendosi al periodo oscuro di tangentopoli, suggerì di sostituire l'Inno di Mameli con l'ouverture de "La gazza ladra"di Rossini.


Ottimo suggerimento fu, per altro verso, quello dell'emerito Presidente Cossiga, che propose di tornare all'"Inno Sardo", sicuramente più appropriato (musicalmente e storicamente) per sottolineare l'unità nazionale e molto più significativo di quello attuale per rappresentare l'Italia nel consesso internazionale.


Chissà.

venerdì 25 luglio 2008

Gao Xingjian ed i nodi della vita






Il premio nobel 2000 per la letteratura è stata una scoperta recente, grazie ad un'intervista curata da Giuseppe Conte sul Giornale.




Le parole di Gao Xingjian si succedevano con ritmo armonico ed i concetti si dipanavano con una logica compiuta ed irreprensibile. Il suo pensiero veniva esposto con un linguaggio piano e scorrevole ed era di una chiarezza esemplare.




Le stesse qualità le riscontro nella lettura di un romanzo scritto dopo il conferimento del premio.




Una prosa semplice in un'ottima traduzione induce a concentrarsi sulla storia autobiografica de Il libro di un uomo solo, sul quale incombe la persecuzione subita dal regime maoista, dipanandosi, per altri versi, tra storie d'amore, un elegante erotismo ed i molti interrogativi sull'esistenza.




In genere gli accenni politici non sono gradevoli per chi cerca un significato estetico nella letteratura, l'arte svincolata dagl'ideologismi.




Per troppo tempo abbiamo letto romanzi dove il tema ideologico prevaleva su tutto e conduceva a risultati modesti o inutili dal punto di vista strettamente letterario.




Ma qui, si avverte l'angoscia del vivere sotto la pressione quotidiana in un clima inquisitorio, poliziesco, razzista con i tanti tranelli tesi, ad ogni pie' sospinto, per accertare la disciplina e l'obbedienza al partito e alla rivoluzione culturale: la persecuzione è diretta a sradicare l'uomo dalla propria famiglia, dai ricordi e le abitudini, le tradizioni antecendenti l'avvento del comunismo.




Appare evidente, in questo caso, la trasfigurazione della lotta personale e politica contro il reazionario Gao nel dramma individuale e collettivo dell'oppressione e della sofferenza, nel rischio persistente della perdita della libertà e dello stesso dono della vita.




Le figure femminili che accompagnano le peripezie del protagonista paiono lenire la sua tragedia soggettiva, accendendo lumi di speranza per il riscatto dalla schiavitù, per relazioni umane, libere da paure e condizionamenti, dove i sentimenti abbiano diritto di esistere pienamente e riacquistino la forza di rendere stabili i legami del cuore.




Un crocevia di emozioni, un labirinto di memorie e dolori, grandi afflati ed aspettative per capire il mondo: un compito difficile, se non improbabile, animato da un desiderio indefinito di spiritualità, che induce l'autore ad affermare problematicamente:...Questa vita è come una rete che tu pensi, maglia dopo maglia, di sciogliere nodo dopo nodo, ma, di fatto, non fai altro che un unico groviglio di nodi, la vita, questo stupido ammasso, tu non hai proprio modo di scioglierlo.

mercoledì 23 luglio 2008

Un saluto a Laura

Laura ha un blog dal titolo accattivante, Epistolae, pubblicato da Monotype ( sul quale per ora mi è difficile commentare). Questo il link:




Le sue osservazioni sono puntuali, pertinenti, intelligenti e spiccano nel panorama banale offerto dai molti blogger blateranti che invadono il web.


Devo esser grato al Giornal Blog di Giordano Bruno Guerri per averla incontrata.


Oggi voglio ringraziarla per le cortesi parole riservate a questa pagina e ricambiare con sincerità i complimenti per quello che scrive.


Rara avis.


E' un piacere sapere che esistono ancora donne colte ed eleganti nel modo di comunicare ed esprimere pensieri profondi.


Un cordialissimo saluto a Laura con i migliori auguri per le sue delicate e significative epistolae.


martedì 22 luglio 2008

Io premio, tu premi:noi ci premiamo !







Qualche tempo addietro il mio amico Mouscardin tirò fuori un post dal titolo emblematico:"Non voglio più caramelle !"

In esso si stigmatizzava la brutta abitudine di molti blogger di fare della propria pagina una specie di salotto, in cui la maggiore occupazione era quella di bere un tè e mangiucchiare pasticcini fino alla nausea.

La parola d'ordine era ed è, visto che la situazione permane, arruffianarsi.

Per carità, il fair-play e la gentilezza sono la regola, ma se riduciamo la nostra pagina ad un caramellificio o ad una pasticceria, dove si esibiscono baci (finti) di cioccolata, è finita.

Adesso sta prendendo piede un'altra pessima abitudine: quella di premiarsi.

Anche in internet, come nella società civile, c'è una folla immensa e straripante di frustrati (non frustati; magari fossero frustati, ogni tanto, certi fastidiosi personaggi, colmi della propria presunzione...), i quali, per passare il tempo, coniano qualche logo con scritte del tipo "Premio per il miglior blog della terra", convinti che sia come il premio Nobel.

Poi, non paghi, questi tristi figuri passano all'azione:contattano qualche sicario o sicofante o complice da bettola e indìcono le
elezioni fra una decina di compari, col sistema della catena di S. Antonio.

Infine si votano. Tra loro.

E tutti insieme, in cordata, esibiscono il trofeo del più bello tra i blog possibili.Come se fosse tutto vero.

Una meschinità assoluta.
Ed una presa per i fondelli per i poveri ingenui, che vanno a leggere ed immediatamente cadono in una tremenda confusione mentale, perché
vedono che tutti i blog della cosca hanno il premio.

Ma allora, scusate non era meglio starsene tranquilli e continuare a farsi complimenti (falsi) reciproci, con lo scambio di dolciumi virtuali, in cui la nausea e la monotonia la facevano da padrone, ma se non altro il gioco era scoperto?

Con lo spreco di energie, derivante
dal voto di scambio l'unico risultato palpabile è l'aumento di anidride carbonica nell'aria e quindi dell'inquinamento.

Per reagire a questo andazzo idiota,
non lascerò neppure un punto esclamativo sui blog dove campeggia il logo della menzogna di un premio:

una visione aggiornata e cretina della manzoniana colonna infame.

sabato 19 luglio 2008

Se anche Bush fa il babbione






Divorzia.
Anche lui, il Presidente duro e puro, il secondo cow- boy dell'America contemporanea, dopo Reagan (il quale però si tenne stretta fino alla fine la sua Nancy), molla la moglie per la Rice, negretta volitiva e sculettante, tutto pepe e voli all'estero, è finita.

Il mito della Provincia americana, con la sua Chiesa Battista, i figli incolonnati dietro mammà continuamente sorridente, per confermare la felicità casalinga, avviticchiata al marito da mane a sera, festività comprese, comincia ad appannarsi, ci sono forti dubbi che l'impero a stelle e strisce non possa declinare, come accadde nella storia per altri colossi, a cominciare da quello romano.

Non siamo tra quelli che pensano al matrimonio come caposaldo della civiltà.

Anzi riteniamo che divorziare sia spesso un bene per l'umanità, oltre che per se stessi ed i figli, ma sono i Capi di Stato che destano perplessità quando cominciano a comportarsi come divetti superficiali.

Riteniamo che le grandi nazioni sono state tali, perchè erano guidate (in democrazia o no poco importa) da grandi uomini all'altezza delle situazioni che i tempi imponevano, interessati più alle questioni politiche ed istituzionali ed alla salvaguardia dell'assetto sociale dei popoli loro affidati, piuttosto che alle beghe familiari e alle avventure extraconiugali, da mettere in piazza magari come piccoli borghesucci o politicanti da strapazzo, di cui pare oggi i parlamenti di mezzo mondo son pieni.

Non che queste faccende non accadano ai personaggi di spicco, ma essi sanno che i panni sporchi si lavano a casa e meno ciance si fanno in materia di sesso od affari sentimentali ed è meglio per tutti, durante e dopo il ruolo ricoperto.

Non c'è altra strada che la discrezione la riservatezza la menzogna pubblica, per assicurare al proprio paese il decoro e con esso la saldezza del Governo nel susseguirsi delle generazioni.

Bush, con tutti i suoi difetti, pareva assicurare un certo stile. Mai ci saremmo aspettati che, alla fine del mandato, facesse strillare radio, giornali e televisioni sulla conclusione del suo matrimonio, come se la recita fosse finita e, calato il sipario sulla sua attività di statista, potesse correre come un qualsiasi manager in pensione tra le braccia della sua assistente, saltellando di qua e di là
per annunciare che finalmente era libero di fare, come tutti gli altri, la figura del babbione.
O tempora o mores!

mercoledì 16 luglio 2008

Che pensare?



I casi di Eluana e di altre povere creature, grandi e piccole, colpite da malattie gravi, inesplicabili, difficili o impossibili da curare, richiamano alla coscienza il problema del male nell'esistenza e nel mondo.
Che pensare?
La logica non dà risposte che abbiano un senso compiuto. la mente umana non è capace di dare risposte plausibili.

C'è chi dice di accettare la realtà così com'è, perché intanto è impossibile cambiarla. Anzi suggerisce di collegare il cosmo al microcosmo individuale per proiettare la vita nell'universo dove l'io è un punto impercettibile, senza seguito, destinato a perdersi nel grande Sé.

Per l'uomo occidentale è una strada faticosa, abituato al dualismo e alla separazione tra anima e corpo,l' immanente e il trascendente, quella di superare le distinzioni e l'individualità, la persona.

Certo, in una prospettiva in cui ognuno di noi è solo una molecola del grande oceano dell'assoluto, anche la sofferenza acquista una dimensione diversa, relativa, di minore importanza.

Ma quando si vive accanto al dramma e alla tragedia di un familiare o un amico o comunque di un altro essere umano, che suscita empatia, come si fa a convincersi che tutto fa parte della natura, immutabile nelle sue leggi eterne, dove il piccolo puntino, il singolo conta quanto un granello di sabbia?

Che pensare allora per chi non è capace di abbandonare una concezione, in cui ogni soggetto ha un valore seppure transitorio e che ognuno di noi può passare a soffrire, da un momento all'altro, un evento imprevedibile r problematico, una situazione in cui il dolore dell'essere appare senza giustificazioni logiche?

La risposta più opportuna forse è non pensare. Rassegnarsi a non capire.Anche se ciò può non significare necessariamente rinunciare a cercare.

giovedì 10 luglio 2008

Alè Ilva Bella !





Pare che l'antico nome dell'isola de La Maddalena fosse Ilva.



Non si sa che credito attribuire a questa ipotesi, che si perde nella notte dei tempi. E' certo però che la Polisportiva Ilva (o Ilvarsenal) vide la luce agl'inizi del 1900 e acquisì grande fama in breve tempo, trattandosi di uno dei pochi sodalizi attivi, in campo regionale ed interregionale, forse alla pari con la squadra del Cagliari, la capitale.




Lo sport è un sintomo di vitalità, un'espressione di civiltà consolidata, di buona consapevolezza comunitaria e non si può negare che la Città di La Maddalena, pur nella sua breve storia, essendo ufficialmente nata intorno al 1798 come presidio della Regia Marina Sarda, ai tempi della Rivoluzione francese, di meriti mondani ne acquistò a sufficienza, grazie alla sua posizione geo-politica, al centro del Mediterraneo.






Oggetto di attenzioni da parte della stessa Convenzione e del giovane Napoleone, prima, dei Savoia dopo e di Nelson nella drammatica lotta per il predominio sui mari della magnifica Inghilterra, e via via, fino a Garibaldi e al Duce del fascismo.




Una serie di personaggi che, in un modo o nell'altro, hanno dato l'imprinting ad un arcipelago fra i più belli e conosciuti al mondo, sempre a contatto con gente di diversa provenienza, sia come piazzaforte militare fin dalla prima guerra mondiale, sia in quanto sede prestigiosa (e proficua per il benessere economico locale) della Marina militare ( la quale - in occasione della sconfitta del luogotenente Bonaparte da parte del nocchiero indigeno Domenico Millelire, si appuntò la prima medaglia d'oro al valore) ed infine quale meta, a ragione, decantata di una delle migliori località del turismo internazionale, a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso, tanto per le bellezze naturalistiche, quanto per una una delle più prestiose scuole di vela d'Europa, il Centro Velico di Caprera.




Dopo la lunga parentesi americana, inaugurata, quasi alla chetichella, dal Presidente Andreotti e chiusa clamorosamente circa un paio d'anni orsono, senza valide alternative alla dismissione di un'economia garantita dallo Stato ed integrata moderatamente da flussi estivi di turisti pendolari o d'élites, la speranza della ripresa economica e del progresso socialmente utile, a detta del Governatore della Sardegna, doveva proprio consistere nella prossima riunione del G8, con il quale, realizzando alcune rimarchevoli opere al servizio della manifestazione, si sarebbe creato un nuovo volano per il suo rilancio turistico internazionale sevendosi altresì di una gestione oculata e produttiva deil grande patrimonio di beni del demanio pubblico.



Dalla cantieristica al servizio dei maxi yacht ad efficienti infrastrutture per il diporto nautico compatibili con la presenza del Parco Nazionale dell'Arcipelago, ora ridotto ai minimi termini di credibilità, grazie al clientelismo dei politici di tutti i colori (e buon da ultimo dal verde Pecoraro-Scanio), da trasformare finalmente in un Ente managerale di effettiva tutela ambientale.




Ora è arrivata la doccia fredda da parte del Cav. Berlusconi, il quale mette in dubbio la celerità dei lavori per il meeting dei grandi della terra, da realizzarsi entro il luglio 2009.




Dal Giappone, ha avvertito, infatti, il Premier che, se l'attuazione dei progetti continuerà ad andare a rilento, c'è un'alternativa pronta nel cassetto del Governo, per assicurare un'altra sede degna e funzionale al prossimo G8.






Come la prenderanno i cittadini del Comune sardo-corso non è facile dirlo.



Un mix di supponenza e d'innato scetticismo, il senso britannico del distacco, dell'autosufficienza nel proprio splendido isolamento, fanno ritenere che la popolazione reagirà, probabilmente, con la solita indifferenza (o apatia?), che ha contrassegnato, per un paio di secoli, il suo carattere, fatti salvi gli avvenimenti eccezionali in grado di muovere all'entusiamo la folla.






Se ne ricordano alcuni in particolare: Il decesso di Giuseppe Garibaldi, la visita ufficiale del principe Umberto di Savoia, prima della dichiarazione di guerra agli Stati Uniti d'America, quella del Ministro Ferrari-Aggradi (discendente da una delle famiglie anticamente dimoranti nell'isola), nel periodo antecedente il boom economico dell'Italia, l'elezione di Mario Segni , prima, e di Giuseppe Cossiga (diuturno amico dell'arcipelago maddalenino), a Presidente della Repubblica, la visita ufficiale del Capo dello Stato del tempo, Giuseppe Saragat.






Ma forse nessun altro evento ebbe a scuotere la tipica flemma degl'isolani, se non la promozione nella serie più alta del girone regionale della grande Ilva, la squadra di calcio più antica e benemerita (è bene ricordare che il secondo dopoguerra vide nascere la nuova compagine de "La Maddalena", a riscossa dei ceti proletari, che avevano il loro punto di forza nei nuclei operai dell' Arsenale militare e dei lavoratori del prezioso granito delle cave presenti nel lato sud-occidentale del territorio comunale).






Per giorni interi si festeggio' la vittoria dei calciatori bianco-celesti (i colori dell'associazione sportiva), sempre sostenuti con passione dall'intera popolazione.






Non si sa se l'ostinato Soru (giovanile campeggiatore di Caprera), ed il pur dinamico Bertolaso riusciranno a pungolare a tal punto Sindaco, Giunta e comunità locale, suscitando lo stesso tifo del tempo andato, per giungere con puntualità al traguardo dei lavori finiti.






Ce lo auguriamo per la Città del Leone di Caprera, che non merita di decadere.




Alè, Alè, Ilva Bella!




mercoledì 9 luglio 2008

Dialogo sull'infanzia


Dice saggiamente Mitì,
riferendosi all'infanzia come all'età dell'Equilibrio : Avevamo attorno realtà nette, definite, precise, limpide e chiare.E poi siamo cresciuti.


Certamente d’accordo. L’equilibrio e le celluline grigie si perdono con la crescita…Crescere significa declinare: una vera beffa del destino!Sei tra le mie preferite,fin da bambina. Lo sapevi?"


"Impertinente, sin da bambina? mi conosci da allora? ;-)"


"Sì Mitì, ti conosco da allora. Alle elementari sei stata il mio primo amore… E tu danzavi per me."

martedì 8 luglio 2008

Taurus (Un contributo alla festa dei girotondini)





Per dare un po' di suspense, ho atteso
prima di rendere nota la risposta.

Eccola, ora.
Sappiate che il toro maschio ha i peli sotto le ascelle. La femmina, no.

Grazie per la vostra paziente attesa.
Spero che ora sia tutto chiaro.

P.S.
Amici, questo è il mio piccolo contributo per la festa dei girotondini.

Siate tolleranti.
A proposito si dice Girotondi o Girotonti ?

Differenze di sesso







Ho voglia di movimentarmi la giornata, calda, afosa, monotona.

Desidero parlare in libertà ed esprimere concetti elevati, che facciano riflettere e, magari, scatenino qualche critica costruttiva sul piano scientifico.

Vorrei affrontare il problema del riconoscimento dell'identità maschile e femminile, dell'accertamento della diversità dei sessi tra i nostri amici animali, ed in particolare del Toro: uno dei segni zodiacali più rappresentativi del pianeta, ma anche un simbolo di forza divina in alcune religioni antiche ed, oggi, specie in via di estinzione in alcuni paesi, tanto da esigerne la protezione.

Perfino i toreri non godono più tanta considerazione in Spagna e negli altri paesi dove si pratica la tauromachia: un' arte antica quanto magica, che affascinò irrimediabilmente Ernst Hemingway, fino ad esaltarne il senso drammatico della lotta tra l'uomo e la natura, gl'istinti primigenii con i quali s' ingaggia la battaglia per l'esistenza.

Bene, digressioni letterarie a parte, mi sia consentito di chiedere:qual è la differenza tra un toro femmina e un toro maschio?

Rispondete,
se avete qualche cognizione precisa in proposito.

Coraggio.
La risposta al prossimo post.

Pessimismo maschile


Quanti pregiudizi ci sono nei confronti delle donne e quanto pessimismo trasuda dalle parole di scrittori afflitti da pessimismo catastrofico nei riguardi del genere femminile, malamente temperato dalla letteratura stilnovista e cavalleresca e da qualche scampolo di narrativa contemporanea di autori finalmente colpiti da sensi di colpa, dopo il lungo asservimento maschilista dei cervelli.

Eppure rimangono luoghi comuni e complessi freudiani, magari sotto traccia. Costituiscono un fil rouge che attraversa età e continenti. Mentalità d'oriente ed occidente.

Due esempi in questa sede, oggi. E che valgano come monito per le nuove generazioni globalizzate.

Le donne? Date loro qualche spazio a casa ed un po' di tempo e s'innamoreranno dello spazzacamino.
(W.Makeprace Tackeray, Le memorie di Barry Lindon)

Toutes les femmes sont lascives, mais elles donnent toujours une impression de beauté et l'art a besoin de cela. ( Gao Xingjian, La Montagne de l'âme)

venerdì 4 luglio 2008

La mia vita è il mio amore

Maddalena è una mia amica.
Lei ha conosciuto i miei genitori ed i miei parenti ed io sento parlare della sua famiglia da quand'ero con i calzoni corti.
Un'imprenditrice coraggiosa alle soglie della terza età: la sua vita l'ha trascorsa sul mare, tra barche, isole e un'attività di ristorazione. Offrendo, da oltre mezzo secolo, ai turisti, una cucina prelibata e genuina e gite tra le coste di raffinata bellezza.
Un paio di giorni fa ha subito due incendi in due case distinte, sebbene vicine.
E' stata avvertita quando ormai l'opera di spegnimento stava per concludersi e l'unica sua preoccupazione è stata di accertarsi che non ci fossero ospiti negli appartamenti.
Sul momento è rimasta fredda, ma dopo, risolto il problema, con l'intervento sollecito dei vigili del fuoco, ha avuto uno shock, da cui si è peraltro ripresa abbastanza presto, tanto da telefonarmi per raccontarmi l'accaduto e confidarmi che, nonostante il mutuo di seimila euro da pagare per le abitazioni e la distruzione di arredi suppellettili ed abiti, lei, dopo lo spavento, era tornata tranquilla, perché potevano esserci conseguenze più gravi...
A dir poco, ero io il più impressionato dal racconto, mentre lei cercava di risollevami. E, alla fine, concludeva dicendomi: la vita è troppo bella per prendersela per queste cose. L'importante è vivere, andando avanti nonostante ostacoli e difficoltà.
Complimenti Maddalena: my life is my love.
Stupendo insegnamento.

giovedì 3 luglio 2008

Il Premier e Matrix



Il Premier non va a Matrix.

Meglio così.
L'ora tarda impedisce, di per sé, di assistere ad una trasmissione delle solite.
Argomenti in primo piano nella cronaca vengono sviscerati per la gioia degli amanti del gossip e per approfondire poco, sul piano delle riflessioni e della maturazione dei giudizi.

In questo caso poi, il Cavaliere avrebbe potuto rischiare di fare la figura del suo cameriere, il quale, dal buco della serratura, guarda ciò che non va guardato ed ascolta, alla porta della camera da letto, ciò che non va ascoltato.

In una casa che si rispetti, infine, i fatti privati si discutono a parte, evitando di mettere in piazza i famosi panni sporchi.

Vizi privati e pubbliche virtù.
Questa regola dell'ipocrisia sociale, vale ancora di più per un Capo di governo, che di gaffes ne ha commesse troppe e deve, ora, dimostrare ai cittadini la correttezza delle proprie scelte, in vista di un cambiamento significativo di rotta, soprattutto in economia.

La gente comune vuole vedere scendere i prezzi dei generi alimentari, vuole arrivare alla fine del mese. Non sa cosa farsene dei discorsi hard, costituenti il piatto forte, condito in tutte le salse, sui giornali, in televisone, al cinema ed al teatro e via dicendo.

Certo, un po' di senso della misura in più non guasterebbe in tutta la classe dirigente.
Un po' di stile, ragazzi. Datevi un contegno.
Almeno provateci in pubblico ed i vostri affari privati di donne ed affini, blindateli nel boudoir.

L'Italia ha bisogno di decoro.

Un grande sociologo ed economista, come Vilfredo Pareto, criticava il cosiddetto virtuismo, la caricatura delle virtù civiche, quelle che fanno grande e degno di rispetto un paese, le sole richieste dai cittadini ai propri governanti, nel vecchio continente non puritano.

Le piccole virtù, legate alle cose private e di piccolo spessore non vanno considerate molto importanti nella vita sociale. Peccatucci non gravi da assolvere nel confessionale, perchè non riguardano il bene pubblico, ma la natura imperfetta dell'uomo.
Il brillante pensatore aveva ragione, con un avvertimento in più per i mass media, cui è necessario, se è possibile un salto di qualità a favore della privacy di ognuno di noi, celebre od oscuro personaggio di questa società a brandelli.
Tolgano la bava dalla bocca dei propri cronisti e fotoreporter, evitino le morbosità, fin troppo dentro il dna degl'italiani.
Intanto, a lungo andare, dei pettegolezzi di Signorini e company anche il popolino più coatto alla fine si stuferà se non altro, per una sorta di rigetto naturale.


E allora che comincino subito ad eliminare il trash più maleodorante, come si spera si stia facendo a Napoli.

mercoledì 2 luglio 2008

Picasso ad Avignone


E' passato tantissimo tempo, ma ricordo benissimo quel pomeriggio assolato di fine gennaio. Non sembrava inverno, ma un anticipo della primavera. Era stata allestita una mostra di quadri e disegni di Picasso in una residenza storica della cittadina, che fu sede pontificia, per un certo periodo, durante le lotte intestine del papato.

Ero in compagnia di un amico, che tuttora si diletta a scrivere: lì per lì, in una pausa della preparazione degli esami, decidemmo di fare una scorrazzata in costa azzurra, bella tutto l'anno per i turisti, ma già trasformata dall'architettura d'assalto per contornare spiagge e coste di residence e porticcioli per la nautica da diporto: prefigurava, con un decennio di anticipo, quella che sarebbe divenuta la rapallizzazione della vicina riviera ligure.

Colpa della burocrazia nostrana, ma almeno un po' di spazio naturale, per qualche anno ancora, sarebbe rimasto intatto.

Non erano molte le opere esposte, ma si notavano per la loro robusta identità.

Il pittore aveva una prepotente personalità, un gusto forte per la vita, l'amore, la passione, tutti i lati più avvincenti dell'esistenza.

Si diceva che, trascorresse la mattinata, nella dimora della notorietà acquisita, in boxer, a bere caffè e fumare gauloise, mentre maneggiava i pennelli o raccoglieva l'ispirazione per creare.
Chissà se era vero. Ma intanto la leggenda galoppava.
Il grande artista, impegnato in tutti i campi della vita civile culturale, era citato dappertutto, osannato e corteggiato come un Adone, anche se in realtà ricordava un fauno dell'antichità.
Si può dire fosse ancora all'apice della fama, quando raggiungemmo Avignone: eppure nonostante la giornata domenicale non incontrammo molti visitatori. Singoli o coppie che si avvicendavano, ma senza eccessivo entusiamo o manifestazioni evidenti di apprezzamento. Forse come accade per quanti sono troppo osannati, si stava creando un circuito di autodifesa critica da parte del pubblico, una reazione ad un surplus d'informazioni e di elogi.

Capita a chi viene incoronato genio in vita.
L'alloro in testa comincia a traballare finché rischia di cadere tra lo scetticismo o l'indifferenza.

Oggi non so se possa rappresentare un idolo.
Né conosco in quale posto di rilievo, nella pittura di tutti i tempi, le sue creazioni possano essere collocate.

Nonostante tutto, però, in quell'occasione, rimasi colpito anch'io, come appuntava diligentemente nel suo taccuino il mio compagno di viaggio, " dai colori, dalle linee forti, marcate, che sembravano tagliare la tela e proiettarsi fuori delle sale del museo: per le strade, le piazze, i mercati, sul mare non molto lontano. Il mediterraneo era lì
pronto ad accogliere un caleidoscopio d'immagini e forme variopinte, incancellabili dalla memoria. Dietro di loro s'intravvedeva un uomo, piccolo e vitalissimo, dagli occhi fiammeggianti, che danzava instancabilmente sulle onde.
Anzi, roteava come un matador, pronto a colpire inesorabilmente il toro dell'imaginazione.Picasso incarna l'anima universale della Spagna, quasi come Goya o Velasquez, certamente cercava di rappresentare il volto moderno ed enigmatico del suo paese, privo ormai di precisi punti di riferimento ed avvolto in mille contraddizioni."

Quella della cittadina francese fu un'ottima scelta.

martedì 1 luglio 2008

Exodus


Duemilaseicentomiliardi delle vecchie lire incassate dal fisco indebitamente saranno restituiti.
Ci credete voi? Io no.

Il primo magliaro d'Italia è lo Stato.

Nella sua veste di esattore è come i vecchi corsari alla Drake.

Cartelle pazze. Notifiche fasulle. Commissioni tributarie schierate dalla parte degl'impositori come si ricava dalle statistiche che confermano il disfavore delle sentenze nei confronti del cittadino contribuente.

Ad esser maligni, si direbbe che, altrimenti, non ci sarebbero risorse per le indennità da distribuire ai giudici tributari...

Eppure, se si pensasse che, ogni euro versato nelle casse pubbliche, dovrebbe servire per fornire servizi, i quali regolarmente o sono assenti o sono fortemente carenti, si ha la misura dello sfacelo e della rapida discesa verso una condizione di schiavitù, se è vero che, per almeno sei mesi l'anno, il lavoro svolto serve per pagare balzelli variamente denominati.

E balzelli fa rima, ahinoi!, con (presa per i) fondelli.

In Campania pare che per pagare la tassa sui rifiuti, basti utilizzare un sacchetto, anche artiginiale, per l'immondizia e sia automaticamente obbligati a pagare.

Insomma o la spazzatura si nasconde oppure paghi per il solo fatto che la produci, indipendentemente dalla sua raccolta.
Un bel sistema.

Una volta c'era la "tassa sull'ombra", chissà che fine ha fatto. Ma sono convinto che esiste ancora, ha solo cambiato nome e look, ma c'è.

Io pago anche una tassa per lo spazio pubblico davanti al mio garage, cioè per la strada, che se non sbaglio venne realizzata con i cosiddetti "oneri di urbanizzazione", ma non ho diritto al passo carrabile: occorre una richiesta specifica e naturalmente si deve pagare un altro onere...

Al tempo di Mussolini, anche gli scapoli pagavano l'una tantum per rimanere liberi. A pensarci bene almeno quella, visti i continui aggravi di costi per le famiglie, e la politica demografica promossa dal regime, aveva un po' di senso:la libertà ha sempre un prezzo!

Adesso, esaurita la fantasia e sperimentati tutti i marchingegni per spremerci come limoni, ci manca solo l'air tax ed abbiamo raggiunto il record dei primati.

Contro il Moloch insaziabile, non c'è che un rimedio: l'esodo .

Mi viene in mente un vecchio film, Exodus appunto. Se ricordo bene, raccontava il viaggio di un piroscafo stracarico di ebrei alla ricerca di una terra propria, la futura nazione israeliana. Una storia dolorosa ed immagini strazianti di migliaia di persone che fuggivano da paesi dove non erano considerati cittadini.

Finiremo così anche noi? L'amministrazione finanziaria ha le sembianze di un Satrapo insaziabile, che impone lo strozzinaggio ai più deboli ed onesti, ma sorvola su furbizie piccole e grandi.

E' la solita Italia descritta da Prezzolini nel suo "Codice della vita italiana", che divide i sudditti in furbi e fessi.

Un'amabile coppia di signori mi dice sul web che, in Indonesia, si vive da ricchi con 800 euro al mese.
E se fosse vero?

Prima o poi vado a vedere.

Ma se non quello, ci sarà pure qualche altro paese, dove si può ancora respirare liberamente
...