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'Io stesso sono un anarchico ma di un tipo diverso'

Mahatma Gandhi

venerdì 26 giugno 2009

Declino

Il paese è povero d'idee, sentimenti, emozioni. Non ha capacità reattive, sta perdendo l'stinto di sopravvivenza.

La politica- teatrino sta spegnendo le ultime energie di un popolo sopraffatto dal debito pubblico, dai commedianti, dalla casta, dagli speculator,i da chi è attestato su rendite di posizione parassitarie, dalla confusione dei ruoli, dal vociare continuo, dal trionfo della volgarità, dall'odio viscerale per chi non è sottomesso alle fazioni e non si accoda ai feudatari di un regime onnipresente da oltre un cinquantennio.

L'italia è un disastro: il referendum è avversato dalla classe dei politici di professione, apparteneneti a club che sfiorano il 10 per cento dei consensi e che se perdessero il cadreghino non saprebbero che fare.E il popolo minuto acclama le consorterie, chiedendo protezione agli schiavisti della partitocrazia.

Qui ci balocchiamo tra le bordate ad effetto di bankitalia, le piroette di D'Alema, il sogno disperato di una video-monarchia ereditaria, le centinaia di foto del premier a Villa Certosa in giro per il mondo, calpestando i più elementari diritti delle persone, la teoria del complotto, la rinconrsa di Obama, lo stravolgimento dei fatti ad uso e consumo della propaganda ideologica e l'assoluta mancanza di carità, che è uno dei tratti caratteristici della cultura 'umana', in contrapposto a quella' animale' (come ben descriveva nella sua 'Crisi della Civiltà', il profetico storico olandese Johan Huizinga).

Ecco: siamo riducendo la nostra società ad una sorta di foresta primitiva dove si prepara il ritorno alla ferinità, di palude d'ipocrisia e cinismo, bassezza e volgarità.

mercoledì 10 giugno 2009

Il partito-persona e la società civile


Premesso che la personalizzazione della campagna elettorale, in questa come in altre occasioni, è stata effettuata anche dell’opposizione e che la figura del leader è comunque necessaria alle democrazie moderne, senza scadere ovviamente nel culto della personalità, tipico dei regimi totalitari, si deve convenire che il problema più urgente per l’area moderata è la selezione di una classe dirigente a livello nazionale e locale, che nasca da un proficuo rapporto con la società civile, fuori dalle logiche partitocratiche e clientelari.

Il radicamento nel territorio nasce dalla vicinanza alla gente comune ed ai cittadini non tanto con la sottoscrizione di tessere nè di presenza all’interno dell’apparato.

E’ un compito difficile perché dovrebbe svol gersi sul piano dell’acquisizione del consenso alle proprie idee, fuori della logica del potere e del voto di scambio.

Mi pare che su questo piano ci siano gravi manchevolezze organizzative e di elaborazione di programmi e progetti validi per il presente e soprattutto per il futuro, che riguardino la scelta di una leadership all’altezza di un grande movimento liberal-popolare, prevenendo l’apertura di una grave e, forse esiziale, crisi del post-berlusconismo.

Per raggiungere risultati positivi in questo senso, i personaggi dotati del carisma adeguato al compito di guidare una ragguardevole forza politica dovrebbero chiaramente esporre le proprie idee nelle sedi adeguate, con spirito di lealtà e di servizio, senza creare correnti, ma proponendo organiche ed articolate prospettive, raccogliendo le sfide della modernità sui temi principali da affrontare, soprattutto in materia sociale, economica e culturale, per delineare un’identità suscettibile di larga approvazione presso la base elettorale.

Il modo di proporsi della ‘Lega’ è a questo proposito illuminante e, come si vede, in grado di raggiungere esiti stabili e gratificanti.