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'Io stesso sono un anarchico ma di un tipo diverso'

Mahatma Gandhi

giovedì 2 ottobre 2008

Fede e canzonette


Come meravigliarsi della crisi delle vocazioni religiose, se succedono episodi come quello di Livorno?

Il vescovo di quella città, durante la messa domenicale, ha citato Jovanotti ed alcune strofette di una sua canzone, assurta, non si sa come, a fonte di dottrina ecclesiale.

Qualcuno dirà che l'episodio va visto nel suo contesto e che il canzonettista è stato menzionato, quale termine di confronto, per indicare la via più elevata della ricerca della verità e del rafforzamento della fede, ma a noi portare l'esempio di un cantautore, ci è parso come far entrare il cane in chiesa.
Anzi, il fedele amico dell'uomo, a dispetto delle restrizioni in materia, avrebbe più diritto di entrare in parrocchia dei vaniloqui musicali, inequivocabile segno di debolezza e confusione teologica.

Il sacerdote, a corto di argomenti, ha voluto dimostrare ai fedeli quant'è moderno ed attento alle ansie e ai desideri del mondo giovanile, così ben espressi nelle cantilene di Lorenzo Cherubini, (sarà stato il cognome ad ispirate il prelato?), non rendendo così un servigio alla sua religione, bensì all'audience e alle tasche del cantante, che non ha bisogno né di pubblicità, né di sussidiarietà.

Andate a a chiedere ai musulmani se episodi del genere si sono mai verificati all'interno delle loro moschee.

1 commento:

Laura Dal Moro ha detto...

Tutto business, Piero caro. Puro business. Vergognoso. Motivato da disperazione. Di chi sta perdendo fedeli.