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'Io stesso sono un anarchico ma di un tipo diverso'

Mahatma Gandhi

giovedì 25 agosto 2011

Riscoprire Bukowski


Ho ri- scoperto il maledetto Bukowski, la sua ironia, la sua umanità e la sua intelligenza corrosiva.
Un anti-moderno per eccellenza, un grande testimone  del nostro tempo.
Nei riguardi delle donne , mi pare che non ci siano tanti scrittori contemporanei che ne sappiano elogiare la bellezza in tutti i sensi (anche se, a volte, causticamente).
Azzardo pure che Bukowski sia in fondo uno spirito religioso: parla di dio come di un suo compagno di viaggio, pronto a nominarlo nei momenti più impensati e con un sottinteso rispetto. A volte lo implora silenziosamente, sperando che esista e continui a stargli a fianco.
Quel che mi colpisce è la sua inesauribile vena sarcastica, il saper vedere le cose oltre le apparenze ed i luoghi comuni: non c'è nulla che possa fermarlo nelle sue scorribande contro la banalità degli uomini (considerati, non senza pietà, la fogna dell'universo), le abitudini insulse della loro vita quotidiana, il conformismo, il dolore, l'assenza di luce nel loro cammino tra le assurdità dell'esistenza e il gioco perverso del caso.
Quest'umanità imprigionata nelle regole imposte dalla società per garantire una sicurezza, che si ritrova più comodamente in una cella di penitenziario, merita uno sguardo penoso, improperi e disprezzo, ma anche una punta di commozione per i deboli e i diseredati, per i travetdi lavori necessitati dall'istinto di sopravvivenza.
Senza dubbio, un nichilista  anarchico, che non ha perso però la capacità di credere nel riscatto, al di là dell'alcool e della degradazione delle megalopoli, della modernità fine a se stessa e del culto del denaro.
Mi ricorda Henry Miller, ma gli aspetti della sua personalità sono molteplici e non si può rassomigliare che a se stesso: un ribelle senza paura, sempre pronto a far esplodere la sua rabbia contro la caduta da un eden forse mai esistito.alce-nero1.jpg
Bukowski è un guerriero indiano, che corre incontro alla morte, galoppando nella sconfinata prateria della miseria umana, invocando il sole della rivincita.

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