Marco Travaglio parla di crisi dell’ancien regime belusconiano, dopo l’edificante spettacolo del duetto La Russa – Alfano, e il lancio di monetine all’esterno di Montecitorio come ai tempi della fine ingloriosa della prima repubblica.
I berlusconidi sono in difficoltà, afferma l’allievo di Montanelli.
In effetti è così.
Dal modo in cui si agitano e tirano fuori argomenti poco persuasivi, attribuendo grottescamente a Travaglio le accuse fatte al loro capo, devo dedurre che il montanelliano Travaglio ha colto nel segno con le sue provocazioni e le sue spietate analisi di un fenomeno da baraccone.
E’ sconsolante constatare come il denaro possa avere effetti ipnotici sull’opinione pubblica, indipendentemente dal modo in cui sia stato guadagnato e per quali scopi venga impiegato.Ancor più deludente è l’assenza di spirito critico nei confronti del conclamato razzismo della lega e delle plateali affermazioni di cattolicesimo fatte dal premier nei confronti dei migranti, che fanno assolutamente il paio con la sua difesa della famiglia.
A tutti sfugge che nella gestione del flusso d’immigrati non sapendo che fare, si sprecano milioni di euro e si fa finta di non vedere da che parte scappano una volta arrivati a Manduria.
Tutti peraltro sono pronti ad applaudire il cavaliere quando racconta idiote e triviali barzellette com’è avvenuto ieri in un’assise di sindaci campani.Ci meravigliamo di Travaglio.Forse perché costringe a guardare in faccia una realtà che non ci piace.
Ormai la nostra vita sembra una soap opera di Mediaset con Robin Hood impersonato dal presidente del consiglio.
Eccezziunale veramente.
Non capitò neppure nel ventennio mussoliniano di vedere tanti esempi di volontà coatte dalla propaganda di regime.