“Vivere momento per momento, volgersi interamente alla luna, alla neve, ai fiori di ciliegio e alle foglie rosse degli aceri, cantare canzoni, bere sake, consolarsi dimenticando la realtà, non preoccuparsi della miseria che ci sta di fronte, non farsi scoraggiare, essere come una zucca vuota che galleggia sulla corrente dell’acqua: questo, io chiamo ukiyo”
Scriveva nel 1662 Asai Ryoi i nei suoi "Racconti del mondo fluttuante" (Ukiyo monogatari).
A Milano nel 2004, in una mostra a Palazzo Reale venne ricordato lo scrittore e l'epoca di transizione, che lui viveva nel segno dell'impermanenza.
Ne parlò Marc'Aurelio nei suoi Ricordi. E fu un tema della scuola stoica.
Questi versi di Asai Ryoi si adattano al clima di questi anni e la loro lettura è rasserenante per gli animi inquieti.
Questi versi di Asai Ryoi si adattano al clima di questi anni e la loro lettura è rasserenante per gli animi inquieti.
2 commenti:
Oltre allo stoicismo, mi hai fatto riaffiorare in mente il tetrafarmacon di Epicuro, il quadruplice rimedio contro ogni male.
L' anatra mi ha rinfrescato, col suo bel laghetto brinato..
Eccellente osservazione, Laura.
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