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'Io stesso sono un anarchico ma di un tipo diverso'

Mahatma Gandhi

domenica 10 agosto 2008

Alexander Solgenitsyn






La scomparsa di Solgenitsyn lascia un vuoto immenso nella cultura internazionale. 
Nonostante il silenzio avvolgesse ormai la sua figura, da quando rientrato dall'America aveva trovato nella Russia di Putin una nuova collocazione politica, a sostegno del nazionalismo e del ritorno alla tradizione religiosa ortodossa, in antitesi con le teorie economiciste e materialiste, sia marxiste che capitaliste, rappresentava comunque un simbolo per milioni di europei, che si erano ritrovati privati di tutte le libertà sotto la dominazione sovietica, fino al crollo del muro di Berlino. 

Superfluo dire che i suoi libri avevano alimentato la resistenza contro il regime e le testimonianze raccolte con Arcipelago Gulag costituivano un atto d'accusa inesorabile contro il comunismo al potere.

Ad 89 anni la sua perdita lascia un solco tracciato, per quanti si oppongono al pensiero unico e globalizzante e pensano ad alternative da affrontare dialetticamente, per trovare soluzioni adeguate ai tempi contraddittori, che il mondo sta vivendo.

Le smisurate ricchezze, le povertà abissali, le dittature sanguinarie, il materialismo, l'anelito verso il trascendente. Tutti questi temi non hanno trovato analisi e soluzioni adeguate con nessuna delle ideologie del secolo scorso.

Il monito lanciato dallo scrittore contro i pericoli derivanti dalla omologazione, dalla scomparsa delle identità nazionali, anche ammantato da una visione ingenua e semplificatrice di un nuovo imperialismo russo, come balaurdo per la difesa dell'uomo cristiano antico, servirà a far riflettere sulla necessità di non accogliere passivamente il cosiddetto progresso economico indefinitamente inteso.

Onore a Solgenitsyn ed al suo coraggio di intellettuale controcorrente.


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