La visione dei giardini del Quirinale, inondati da uno splendido sole ha dato l'idea di una Repubblica rappresentata da 2500 vip: tanti erano gl'invitati a numero chiuso chiamati a partecipare alla festa dal Presidente Napolitano.Volti noti delle istituzioni e del parlamento e purtroppo della televisione di stato e no.
Questo vuol dire che siamo anche e soprattutto una mediacrazia, nel senso che quello che una volta si chiamava il quarto potere, adesso con l'avvento della mass mediologia è diventato il primo o il secondo in ordine d'importanza e d'influenza.
Ma questo comporta anche come conseguenza la vittoria della mediocrazia, cioè della mediocrità non aurea ma d'infimo livello.
Ragioniamo: se oggi la De Filippi può riempire le piazze simboliche o reali ed avere un seguito di consensi che attraversa tutte le età e può predicare a piacimento il proprio verbo scuotendo la propria testolina con gravità e compunzione come se stesse annunciando al mondo la verità della condizione umana in concorrenza con il santo pontefice, vuol dire che conta quanto e più del capo della chiesa di Roma, almeno in Italia. E dunque perché lei e gli altri videocrati non dovrebbero essere invitati al Quirinale?
Tra gli ospiti illustri, nella rapida carrellata delle telecamere, infatti abbiamo intravisto il sorrisino melenso di Floris, quello che inaugura e termina le sue serate al gridolino di alé, dopo aver impartito magistrali lezioni di filosofia morale ai propri ospiti nel segno di Ballarò.
E poi ci meravigliamo che a Napoli non si riesca a fare un passo avanti sulla strada delle discariche?
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