Quante volte abbiamo sentito ripetere questa frase, che sembra sia ormai un luogo comune.
Eppure presa come metafora della nostra società, dobbiamo convenire che ci sono cambiamenti epocali in atto, che incidono profondamente nella nostra coscienza.
In un intervento molto puntuale ed acuto in un convegno giuridico è venuto alla luce che la deontologia professionale è ampiamente e frequentemente violata.
Se allarghiamo il campo oltre l'avvocatura, ci accorgiamo che quotidianamente il verbo da seguire è l'arricchimento veloce e con qualsiasi mezzo, sfruttando tutte possibilità che il sistema di potere offre e perseguendo un solo principio arraffare soldi da chiunque, anche se povero, meglio se sprovveduto.
E' mondo che è cambiato già da decenni; la politica è un mestiere per costruirsi patrimoni e non per realizzare il bene comune. La partitocrazia non fa distinzioni: crea le caste e le custodisce.
I giovani per lo più pensano a trovarsi la strada più agevole per spillare quattrini senza considerare la persona umana e il rispetto che merita.
L'uomo non è più un fine da rispettare, ma uno strumento per la conquista del proprio spazio vitale.
No, le stagioni non sono più quelle di un tempo e noi non sappiamo più se adattarci o fuggire.
Ma è ancora possibile la fuga?
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