LiberoRepoter.it
domenica 27 febbraio 2011
Vergogna!
LiberoRepoter.it
sabato 26 febbraio 2011
Le delusioni della pseudo-democrazia
Fino a quando questa non verrà abbattuta, saremo tutti schiavi, sottoposti alla manipolazione di media e giornali, che non servono la verità, ma il potere.
sabato 19 febbraio 2011
Gli scemi del villaggio
giovedì 17 febbraio 2011
Viva l'organigramma
martedì 15 febbraio 2011
Wilde e l'educazione
'Avere avuto una buona educazione, oggi, è un grande svantaggio. Ti esclude da tante cose.'' (O. Wilde)
Non è più tempo di esteti o dandy o gentiluomini o semplici persone beneducate.
Un invadente influsso negativo legato alla massificazione, alla liberazione da norme costrittive da qualsiasi impegno personale, all'inurbamento, all'arricchimento truffaldino legato alla politica, al mito del livellamento democratico inteso precipuamente come assenza di fair-play, inducono la generalità dell'opinione pubblica, anche quella più avvertita ed istruita, ad acconsentire che tutto sia dovuto a tutti, per il semplice fatto di essere membri di una società evoluta.
Non essendo riconosciute differenze o individualità in grado di interloquire sulle scelte da compiere e le decisioni da assumere in qualsiasi campo dell'umano sentire, si va verso un soggetto collettivo, la nevrosi ed il nulla.
Alcuni giovinetti si lamentavano, in uno dei tanti spettacolini che la televisione ci ammannisce per il nostro piacere di minus habens, del fatto che non erano potuti entrare in una discoteca di Rimini, solo perché non avevano un abbigliamento consono all'etichetta del locale, secondo i criteri predefiniti dalsuo gestore.
L'obbligo di dover indossare una camicia al posto della maglietta, o un paio di pantaloni anziché i blue- jeans, veniva reputato un insulto ed un affronto al principio di eguaglianza, mentre conclamavano che il loro inalienabile diritto discendeva direttamente dal poter acquistare il biglietto d'ingresso come tutti gli altri, ben vestiti oppure no.
Ecco il punto.
Il denaro ormai nell'immaginario collettivo, anche giovanile, pare sia divenuto il solo principio selettivo: hai i soldi e puoi vantare pretese e facoltà; non li hai ed è giusto inibirti iniziative ede attività, parebbe essere il significato di quest'imperativo moderno e progressista.
Nessuno ha insegnato a questi ragazzi che la correttezza e la legalità, il rispetto delle regole date e condivise per generazioni è cosa diversa dall'esser ricchi o poveri, abbienti o indigenti, e che valori non monetizzabili sono il buon gusto e l'educazione e la libertà di autodeterminarsi.
Chi dice loro a scuola, in famiglia, per la strada, sui giornali ed i media in genere, che ogni uomo va considerato in quanto tale e non come appartenente al branco, mentre la società non è una gelatina, ma la somma di soggetti dotati di una propria personalità, con cui vale la pena di confrontarsi giorno e per giorno, per progredire sulla via della civile convivenza, della responsabilità individuale e della consapevolezza di sé ?
Come aveva genialmente intuito il grande Wilde, che ce ne facciamo della buona educazione se quel che prevale oggi è la collettivizzazione e l'omologazione, in un mondo sempre più privo d'identità e sottoposto al rischio della barbarie?
Quale giustizia?
Mi reco a quaranta chilometri di distanza per richiedere dei documenti al Tribunale competente per territorio.
Una giovane signora mi accoglie nell'ufficio ove mi si consentirebbe di prendere visione o estrarre copia degli atti.
Il condizionale è d'obbligo, visto che ci troviamo poi in una specie di terra di nessuno, dove la legge è fatta di volta in volta dai preposti ai vari servizi.
E difatti...
Una volta accertato il numero del fascicolo, compilo la domanda per ottenerne un duplicato, specificando, nel caso non sia possibile esaminarlo subito, la mia rinuncia a 'compulsarlo' preventivamente, considerato che provengo da un'altra città.
L'impiegata mi guarda con sorpresa ed annuncia di non avere tempo di andare in archivio, ubicato due piani sotto e raggiungibile con l'ascensore, per prelevare l'incartamento.
Replico di non avere fretta e di avere necessità della sola duplicazione, col pagamento dei contributi previsti, senz'alcuna cernita preliminare.
Mi accontenterei di un fax o dell'invio per posta elettronica od ordinaria, con addebito di spese a mio carico, ma ciò, stranamente, non è possibile. La prego solo di farmi sapere, quando posso ripassare per il ritiro di quanto richiesto, con la massima cortesia.
A quel punto l' interlocutrice mi comunica che è necessario telefonare, tra una settimana, per sapere se sussista la possibilità di prelevare dall' archivio il materiale da fotocopiare.
Non sono talmente ingenuo da pensare che, essendo io particolarmente affascinante, ella voglia a tutti costi rivedermi per essere corteggiata e combinare qualcosa d' intrigante, sul piano sentimentale ed erotico, nella stanza semibuia, posta al primo piano dell'edificio, dove magari sono propizi quegli amori ancillari che mi piacciono tanto.
Credo, molto più realisticamente, che la gentildonna voglia fare il proprio comodo e seguire la propria inclinazione a lavorare, più o meno bene, a seconda del proprio umore mattutino.
Però, m' interrogo: il ministro Brunetta, che ha la fissa dei cartellini e dei tornelli, o il suo collega Alfano o forse il maceratore Calderoli hanno mai pensato d'incaricare qualche loro funzionario per verificare come sono organizzati gli uffici amministrativi dei Tribunali nelle varie regioni d'Italia? Si sono mai presi la briga di far chiedere un qualsivoglia documento d'interesse del cittadino comune, tramite i propri collaboratori, per conoscere qual è la produttività media di cancellieri e collaboratori di giustizia?
Questi esemplari dell'apparato statale vivono generalmente in una sorta di limbo inaccessibile ai comuni mortali, dove regna una perfetta atarassia; gli addetti ai vari compiti sono maestri nel fare ciò che loro meglio aggrada, stropicciandosene delle esigenze del pubblico.
Lo sanno, i molto onorevoli riformatori della nostra Amministrazione, che l'indifferenza la fa da padrona e che né giudici, né dirigenti intervengono mai, o quasi mai, per stabilire se le regole sono rispettate dai dipendenti, i quali continuano a dormire, nonostante gli strepiti della gente, sonni tranquilli?
Nella tanto decantata riforma della giustizia, non c'è un piccolo spazio destinato all'abbattimento delle barriere burocratiche, perché gli utenti possano conseguire ciò che gli spetta pagando (salatissime) tasse all'erario come avviene nei paesi civili?
Facce di bronzo
La ripulsa della politica
Gli ultimi sondaggi danno una percentuale di astensioni pari al circa il 25% . Ad essa vanno aggiunte le fasce di indecisi e di insoddisfatti, che fanno salire a circa il 40% il numero degli elettori contrari all'attuale situazione della politica, la quale si manifesta sempre di più come il dominio della partitocrazia e della casta di potere, composta dalla nomenklatura dei partiti e dalle varie sue propaggini, nei giornali, nelle televisioni, nell'industria, nelle banche, nei vari comitati d'affari, in tutti gli enti locali e nella miriade di società a conduzione pubblica o semi-pubblica e nelle persistenti corporazioni.
Altro che poteri forti.
Pare che l'Italia ormai sia attanagliata in una morsa, nella qualeélites a rovescio, minoranze che governano e lucrano alle spalle dei cittadini, costringono i ceti medi e deboli ad alimentare, con la crescente tassazione, un enorme
pachiderma, sempre più pesante, soffocante, impacciato, vorace e prepotente.
Guardiamo a quello che sta succedendo nella cosiddetta sociale civile.
A sostegno della maggioranza, una manifestazione di dubbie qualità intellettuali ed estetiche, che inneggia alle mutande per giustificare il premier.
Le donne in piazza in numerose città, anche all'estero, a protestare contro la legittimazione delle escort e il ruolo di protagoniste assunto, in molti casi, nella vita pubblica, senza un minimo di requisiti di credibilità.
La convention del nuovo movimento 'futurista', probabilmente destinato ad essere assassininato nella culla, per ambizioni individuali e personalistiche, in aperto contrasto con il tentativo di affidarne l'organizzazione a persone estranee ad incarichi parlamentari e prive di sinecure nei vari enti locali.
Il governo alla disperata ricerca di appoggi, nei meandri di Montecitorio, per puntellare un'attività semi-paralizzata, incerta indecisa, equivoca, ambivalente.
L'opposizione sparsa in varie correnti di pensiero, incapace di proporre un programma alternativo, dimostrare unità d'intenti, per realizzare le tanto declamate riforme istituzionali e dare respiro all'economia, al disagio dei gio
vani, alla sofferenza di classi proletarizzate ed indigenti, divisa in lotte intestine tra leader ed aspiranti leader.
Questo è lo scenario penoso sotto gli occhi di tutti, con l'opinione pubblica afflitta da un sistema mediatico sempre più asservito al potere reale, in vista di piò o meno prossime elezioni generali.
Il vero obiettivo per i partiti è mendicare, barattare, comprare consensi dal cosiddetto popolo sovrano,il quale s'incarna pateticamente nella raffigurazione, data nel secolo scorso, ma ancora valida oggi da Podrecca e Galantara con la loro cxelebre rivista L'Asino, destinato inesorabilmente alle bastonature dei padroni del vapore.
Dove andremo di questo passo?
Nessuno può dirlo, ma è certo che i segnali negativi, provenienti dall'anti-politica, significano disgusto ed insofferenza verso ceti dirigenti preoccupati solo di conservare i propri privilegi, beffandosene del bene comune.