Ottobre 2010: si apre un varco per un atto di politica generativa, una decisione perché qualcosa avvenga. Politicamente, cioè nella vita di tutti, con l’azione di tutti: un patto per la rinascita della res publica. Non una litania di valori ma un progetto per l’Italia contemporanea, una concreta costruzione di rigore e di impegno civile.
La politica oggi non ha visione né passione, non sente né esprime i bisogni e i desideri dei cittadini, che, votanti o no, la rifiutano e ne sono rifiutati, confinati ai margini di una sfera pubblica occupata da interessi privati e oligarchici. Solo attraverso l’immaginazione e il progetto la politica può ritrovare il senso della realtà, rimediando alla rassegnazione esistenziale che spegne lo spirito individuale e contrastando lo scetticismo diffuso che azzera ogni sentimento della cosa pubblica.
Ma politica e cultura crescono insieme o insieme declinano. Senza cielo politico non c’è cultura, ma soltanto erudizione e retorica: un rinnovato impegno politico e intellettuale si offre oggi come occasione di rinascita civile, come segno di responsabilità che coinvolge tutti i cittadini e in prima persona chi lavora con il pensiero e l’invenzione, con l’intelligenza e la fantasia, per stabilire la stretta relazione tra Potere e Sapere che dà virtù all’etica pubblica.
La corruzione politica più grave non è quella di cui si occupano i tribunali: l’illegalità è solo l’altra faccia della routine e del cinismo al potere.La crisi è profonda perché come una vera ruggine ha sfigurato l’immagine e intaccato la sostanza della politica. Non sono solo i partiti a essere in crisi ma la politica stessa è in pericolo perché non ha più né parole né ragioni per dirsi.Le parole della politica sono corrose, sono spuntate, non fanno presa sulla realtà.
È urgente uscire da una fase di transizione infinita, aprendo la strada alla modernizzazione della politica, della cultura, dell’economia italiana. Occorre promuovere una fase costituente, sottoscrivere un nuovo patto fondativo: costituzionale in un senso non solo giuridico, politico in senso non solo istituzionale.
Occorre ritrovare il filo di un grande racconto, di una narrazione più vera e più nobile della cultura e della storia repubblicana contro il degradante clichè di una italietta furba e inconcludente: ripensare il modello italiano e incarnare quel progetto, ridare corpo a una tradizione civile di cui si possa andare orgogliosi.
Mettere in gioco un libero pensiero, critico e creativo, in sintonia con le energie del presente per investire inquesto nostro tempo: pensiero per sfidare il presente, ma insieme pensiero per costruire il presente. Non c’è cultura né azione politica efficace senza passione del proprio tempo.
Non c’è politica senza un pensiero di rottura delle consuetudine usurate: occorre abbandonare la retorica che inchioda il futuro al passato. Superando le vecchie einaridite appartenenze, congedando le ossessioni e i ricatti delle memorie ferite,la politica rinasce nel punto in cui si incontrano immaginazioni diverse che congiurano per un nuovo patto politico.
Non c’è politica senza un pensiero che esprima la passione del presente come intelligenza del futuro, che non è solo dopo, ma è anche altro: è sparigliare le carte e le compagnie del gioco per disegnare nuove coordinate dell’impresa comune. Esatta passione, mobilitazione di energie intellettuali e politiche per l’edificazione di un nuovo paesaggio nazionale.
Il patriottismo repubblicano è la forma non retorica di questo sentimento che è regola, prima che tradizione, impegno prima che eredità. E che è anche cura del bene comune e dei beni comuni,difesa del paesaggio italiano, consapevolezza collettiva del patrimonio materiale e immateriale.
Patriottismo repubblicano è promuovere un’idea espansiva e non puramente negativa della libertà. La migliore garanzia contro l’ingerenza arbitraria del potere nella sfera della libertà personale è infatti l’attiva partecipazione dei cittadini alla vita pubblica: “La libertà politica significa infattiildiritto di essere partecipe del governo oppure non significa nulla” (Arendt). Per questo è essenziale assicurare ai cittadini gli strumenti utili a “conoscere per deliberare” (Calamandrei). La politica vive nel nesso inscindibile tra pensiero e azione, tra cittadinanza e partecipazione politica, non nella rigida 'divisione del lavoro' tra rappresentanti e rappresentati, che aliena gli uni e gli altri e degrada la vita pubblica, spingendola alle opposte derive tecnocratiche e populistiche.
La politica laica protegge, custodisce, riveste la nuda persona di tutti i diritti civili che vanno precisamente declinati e garantiti: ma afferma anche il valore dei diritti politici che fanno di una persona un cittadino attivo. Patriottismo repubblicano è anche coltivare un’idea positiva della competizione tra le parti e dell’agonismo tra le forze politiche come presidio della libertà, secondo la lezione che Machiavelli desume dall’esperienza della repubblica romana.
Politica, però, è non solo rappresentazione dell’esistente, ma presentazione dei ‘senza parte’. Rappresentare gli ‘invisibili’, la realtà molecolare e disaggregata degli outsider i cui interessi non contano e non pesano nei rilevamenti statistici o nelle simulazioni dei sondaggi: che non hanno espressione e finiscono schiacciati e confusi nell’area indifferenziata del non voto e della renitenza civile. Non sono tutti poveri. Non sono tutti disoccupati o sottooccupati. Non sono tutti marginali. Non sono tutti stranieri. Ma sono tutti ‘clandestini della politica’, esclusi dalle logiche della rappresentanza e della decisione pubblica. Si tratta di persone – e sono milioni – la cui precarietà, prima ancora che da condizioni economiche e sociali, dipende da ragioni di esclusione e di afasia politica: refrattari alla vita pubblica e, proprio in quanto politicamente e intellettualmente più esigenti, non corrisposti dalle logiche privatistiche, antipolitiche, anticulturali che in questi anni hanno monopolizzato la sfera istituzionale.
Non c’è politica senza un pensiero che anticipi e accompagni l’azione trasformatrice. Il principale compito intellettuale della politica consiste nel riaccendere l’immaginazione progettuale della società. La politica deve rispondere con parole e azioni adeguate alle opportunità e alle sfide della scienza e della tecnologia nell’era della globalizzazione, dotandosi delle forme procedurali e istituzionali che possano governare i processi e i progressidell’innovazione: investire strategicamente nella ricerca, nelle arti e nelle nuove sfide dell’apprendimentoper avere presa sul futuro.
Azione politica e impegno intellettuale: l’obiettivo è accrescere il capitale sociale rappresentato dall’intelligenza e dalle virtù civili degli italiani. La qualità di una Città e del suo futuro si misura sulla virtù e sul merito dei suoi cittadini.
È in atto un sommovimento geologico delle categorie della politica e, in questa accelerazione dei tempi, la forza dinamica sprigionata dalla crisi può essere convertita in energia produttiva. La principale sfida politica e intellettuale che attende l’Italia è trovare la misura per riconoscere, chiamandoli con nuovi nomi, quanti sanno governare il presente e progettare il futuro, rispetto a quanti difendono l'esistente come il miglior mondo possibile. Il compito richiede coraggio – virtù politica per eccellenza.
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Aldo Amati, ex sindaco di Pesaro
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Emanuela Andreoni Fontecedro, latinista, docente Università Roma Tre
Antonio Arena, funzionario parlamento europeo
Luca Barbareschi, deputato al Parlamento italiano
Giuseppe Barbera, agronomo, docente Università di Palermo
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Dario Bezzanti, docente
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Vito Bruno, scrittore
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Piero Cafasso, neurochirurgo
Maurizio Calvesi, storico dell’arte
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Alessandro Campi, politologo, docente Università di Perugia
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Rosalinda Cappello, giornalista
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Franco Cardini, storico, docente SUM-Italia
Alessandro Carbone, produttore Esecutivo Rai
Alfio Caruso, scrittore
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Vittorio Cassese
Giancarlo Cauteruccio, regista
Giuseppe Cecere, islamista, ricercatore IFAO Cairo
Monica Centanni, grecista, docente Università IUAV Venezia
Mauro Ceruti, senatore del Parlamento italiano
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Gioachino Chiarini, latinista, docente Università di Siena
Michele Ciacciofera, artista
Luca Ciancabilla, storico dell’arte, ricercatore precario Università di Bologna
Domenico Codazzi, consulente
Arnaldo Colasanti, scrittore, critico letterario
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Giuliano Compagno, filosofo, scrittore
Paola Concia, deputato al Parlamento italiano
Alessandro Corradetti, studente
Fiorello Cortiana, fondatore Verdi italiani
Carlo Cozzetto, artista
Luigi Crespi, direttore Crespi Ricerche
Giampaolo Cugno, regista
Laura Cutini, biologo
Luigi De Anna, italianista, Università di Turku - Finlandia
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Roberto De Gaetano, storico del cinema, docente Università della Calabria
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Roberto Della Seta, senatore al Parlamento italiano
Benedetto Della Vedova, deputato al Parlamento italiano
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Fabio De Milio, studente
Luigi Di Gregorio, politologo, docente Università della Tuscia
Bruno Di Marino, storico del cinema, docente UTIU
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Massimo Donà, filosofo, docente Università San Raffaele
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Sergio Escobar, direttore Piccolo Teatro di Milano
Piercamillo Falasca, Fondazione Libertiamo
Michele Fasolo, archeologo, ricercatore
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Mauro Federico, fisico, ricercatore Università di Messina
Maurizio Fenati, ingegnere
Alberto Ferlenga, architetto, docente Università IUAV Venezia
Francesco Ferrante, senatore al Parlamento italiano
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Franco Fortunati, socio-economista, Presidente FormArea, docente a contratto Università di Bologna
Nadia Fusini, anglista, docente SUM- Italia
Giovanni Gaglio, dirigente scolastico
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Paolo Gentiloni Silveri, deputato al Parlamento italiano
Manuel Giliberti, regista
Giulio Giorello, filosofo, docente Università Statale di Milano
Giuseppe Giulietti, deputato al Parlamento italiano
Pino Goisis, docente di Politica ed etica, Università Ca' Foscari di Venezia
Carlo Gualtieri, ingegnere
Adriano Guarnieri, musicista
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Fabio Granata, deputato al Parlamento italiano
Piero Guccione, artista
David Incamicia
Carlo Infante, libero docente di 'Performing Media'
Sergio Guidotti, vice Presidente Consiglio provinciale di Bologna
Franco La Cecla, antropologo
Luciano Lanna, scrittore
Stefano Lanna, sindacalista
Linda Lanzillotta, deputato al Parlamento italiano
Giuseppe Latella, medico
Giuseppe Leonelli, italianista, docente Università Roma 3
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Gianfranco Macrì, giurista, docente Università di Salerno Marco Magrini
Maurizio Makovec, scrittore
Mauro Magnani, Laboratorio per il social network e l'informazione iperlocale
Valerio Massimo Manfredi, archeologo, scrittore
Antonio Manni, managing Partner Bloomk Advisor
Annalisa Maregotto
Massimo Marletta, avvocato
Francesco Marranghello, sindaco di San Lorenzo del Vallo (Cs)
Giacomo Marramao, filosofo, docente Università di Roma Tre
Paolo Martino, linguista, docente LUMSA
Mirella Marzoli, giornalista Rai
Luca Meldolesi, economista
Angelo Mellone, politologo, dirigente RAI
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Filippo Merlo, studente
Costanza Messina, direttore artistico Festival del Paesaggio
Cecilia Moretti, giornalista
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Cosimo Montalto, dirigente pubblico
Chiara Moroni, deputato al Parlamento italiano, docente Università della Tuscia
Marco Mueller, direttore settore Cinema, Biennale di Venezia
Cristiana Muscardini, europarlamentare
Peppe Nanni, coordinatore Forum delle Idee
Domenico Naso, giornalista
Paolo Nifosì, storico dell’arte
Giovanna Nuvoletti, scrittrice
Nazzareno Orlando, ingegnere
Carmelo Palma, direttore Libertiamo
Marco Pancini
Daniele Pario Perra, artista
Antonio Paruzzolo, ingegnere Thetis- Arsenale Venezia
Roberto Pecora, imprenditore
Andrea Pedussia, sindaco di Sommariva del Bosco (Cn)
Flavia Perina, deputato al Parlamento italiano
Ivelise Perniola, storico del cinema, docente Università Roma Tre
Sergio Claudio Perroni, scrittore
Stefano Petrecca, economista, docente a contratto Università di Cassino
Luisa Pezone, Fondazione Mezzogiorno Europa
Maurizio Pieroni, già presidente del Gruppo dei Verdi al Senato
Vincenzo Pirrotta, attore e regista
Marco Podini, avvocato
Carlo Quintelli, architetto
Mauro Raichi, dirigente
Antonio Rapisarda, giornalista
Fabrizio Ravizza, naturopata
Ermete Realacci, deputato al Parlamento italiano
Emanuele Rigitano, blogger
Antonio Rigo, bizantinista, docente Università Ca’ Foscari di Venezia
Bruno Roberti, storico del cinema, docente DAMS Università della Calabria
Riccardo Rocchi
Sergio Roda, storico romano, docente e prorettore Università degli Studi di Torino
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Luca Ronconi, regista
Filippo Rossi, scrittore e giornalista, Festival Caffeina
Paolo Rosso, medico
Francesco Rovella, gallerista
Alberto Russo, giurista, docente Università di Messina
Lucio Russo, consulente aziendale e formatore
Gianluca Sadun Bordoni, filosofo del diritto, docente Università di Teramo
Piero Sampiero, avvocato
Daniela Santus, storica e geografa, docente Università di Torino
Andrea Sarubbi, deputato al Parlamento italiano
Sergio Scalpelli, presidente Pierlombardo Culture
Giuseppe Scarano, studente
Spiro Scimone, autore teatrale, attore
Marco Sciommeri, economista
Sergio Sconocchia, latinista, docente Università di Trieste
Simone Sella, insegnante
Mirella Serri, storica, docente Università La Sapienza
Francesco Sframeli, regista, attore
Francesco Siciliano, avvocato
Umberto Silvestri, fondatore Maratona di Roma
Bruno Socillo, direttore RAI
Luciano Sovena, Cinecittà-LUCE
Luca Spadaro
Nicoletta Stame, sociologa, docente Università La Sapienza
Enrico Subioli, imprenditore
Antonio Tarantino
Annalisa Terranova, scrittrice
Roberta Torre, regista
Fulvia Toscano, antichista, direttore artistico Festival Extramoenia
Daniele Tranchida, storico, docente Università di Messina
Ermanno Tritto, Teatro Franco Parenti Milano
Bruno Tropeano
Carlo Truppi, architetto, docente, preside Facoltà di Archiettura Siracusa, Università di Catania
Gabriele Vacis, regista
Vito Vadalà, architetto
Giuseppe Valditara, senatore al Parlamento italiano
Remo Vegni
Sofia Ventura, politologo, docente Università di Bologna
Massimo Venturi Ferriolo, filosofo, Politecnico di Milano
Roberto Vicentini
Alessandro Visca, Forum delle idee
Marco Vitale, economista
Michele Zampino
Elena Zaniboni, musicista
Federico Zuliani, politologo
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