Un esimio commentatore, Mario Sechi, dalle pagine di "Panorama" prende in esame le tesi che l'On. Fini proporrà nella convention del suo partito per la rifondazione dell'area moderata ai primi di febbraio a Milano.
Egli critica in nome di un astratto liberismo alcuni punti programmatici che fanno parte delle tesi riformatrici di allenza nazionale, ritenute dal giornalista troppo di sinistra.
Credo che nelle parole di Sechi ci sia troppo allarmismo.
Chi ha paura di discutere le tesi propositive di AN, da lui elencate nel post?
La destra, la sinistra o entrambe?
Un grande liberale come Ortega y Gasset definiva, le ottocentesche distinzioni tra destra e sinistra, "semiparalisi mentali".
Vogliamo continuare ad arroccarci sulle accademiche torie liberiste e sulle sue realizzazioni concrete, sulle quali già Von Hayek avanzava forti dubbi alcuni decenni fa, o è il caso di affrontare la realtà drammatica di un mondo che cambia velocemente?
Ci è più caro difendere la verità dogmatica del "liberismo puro" (rivelatosi "puro utopismo" nella continua evoluzione di una società complessa) da buoni provinciali radicati nella periferia derll'impero, oppure vogliamo esaminare in che modo sia possibile in Italia ed in Europa coniugare la libertà ed il liberalismo con la giustizia sociale e le identità culturali nazionali,regionali, locali, che rischiano di essere travolte e spente dalla globalizzazione e dal mercatismo?
Il Prof. Tremonti ha già cominciato ad occuparsi del problema in maniera seria ed approfondita.Altrettanto ha fatto il Prof.Pelanda. Una elaborazione ricca di contenuti e proposte è stata portata avanti, in tutti questi anni, dalla fondazione "liberal" e dal suo laboratorio, coordinato da Ferdinando Adornato, per non parlare del lavoro intellettuale e delle iniziative pratiche intraprese sistematicamente dall'onesto ed eccellente parlamentare liberale Raffaele Costa, che ispira costantemente l'azione del suo movimento, "Il Duemila", alle lezioni di Einaudi e Don Sturzo.
E allora anziché soffermarci sulle piccole cose e sui possibili accordi tra PD e PPL, perchè non affrontiamo i nodi del nostro tempo con un po' di apertura mentale?
Non è in gioco la percentuale di voti che raccoglieranno gli ex alleati del centrodestra per arrivare ad un "governicchio" qualunque.
E' in gioco l'avvenire del paese e dell'occidente, che non si costruisce in modo positivo ed incisivo con le liti da cortile tra i vari leader, contrabbandando come questioni di principio quelli che, per i moderati autentici, in grado di pensare con la propria testa, sono evidenti e poco nobili interessi di bottega.
P.S.
Sechi legga o rilegga, da buon laico, le parole recentemente pronunziate del papa sui pericoli della globalizzazione e poi dica se non sia il caso di rifletterci anche in sede politica sul versante liberale e popolare.
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